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Simon’s Cat marzo 18, 2008

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Sono senza parole, e piegato in due dalle risate. Per me “Simon’s Cat” ha le carte in regola per diventare un fenomeno della rete. Se avete esperienze di gatti, potreste riconoscervi in questi brevi spezzoni. Guardate un po’…

“Simon’s Cat” è realizzato da Tandem Films.

alcuni diritti riservati Maggio 17, 2007

Posted by andrea in commenti.
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ccVSc

Quando decisi di pubblicare i miei racconti su internet, tramite il sito FantasyStory, uno dei problemi che mi posi fu quello dei “diritti d’autore”. Avevo paura che, resa un’opera pubblica su un sito, chiunque potesse ricopiarla, modificarla e utilizzarla per i suoi scopi, senza che mi venisse chiesto o notificato, il tutto in maniera perfettamente legale.

In realtà, come descritto nella legge 22 aprile 1941, n. 633, “il titolo originario dell’acquisto del diritto di autore é costituito dalla creazione dell’opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale”, ovvero il diritto d’autore è acquisito nel momento stesso in cui l’opera viene creata. Solo l’autore ha il diritto di pubblicare o vendere la sua opera, o concedere ad altri il diritto di pubblicarla: tutti i diritti sono riservati all’autore.

(Problema diverso è quello di dimostrare in sede legale che una opera sia effettivamente una tua creazione: viene riconosciuto autore dell’opera chi può dimostrare che la data di creazione della propria opera è antecedente a quella di un altro autore. Per informazioni su come poter fare ciò rimando qui.)

Non ho mai avuto l’intenzione (nè il talento, sigh) di fare lo scrittore di mestiere, ma desidero che i miei racconti raggiungano il più vasto pubblico possibile. Proprio per questo, alla fine di ogni racconto pubblicato su questo blog, ho aggiunto la dicitura: “La riproduzione non a scopo di lucro dei testi presentati è consentita, citando la fonte e facendomelo sapere, avvertendomi con un post. Nel dubbio contattatemi“. La mia intenzione era quella di estendere il solo diritto di riproduzione e pubblicazione dei miei racconti a chiunque volesse farlo, con la sola restrinzione di non poterlo utilizzare per usi commerciali. Mi sono reso conto che questa dicitura, oltre a non essere chiarissima, può non avere valore legale.

Per risolvere questo problema, perso nella rete, ho scovato le Creative Commons Public Licenses. Le CCPL sono uno strumento tramite cui il titolare dei diritti concede determinati permessi ai licenziatari, rendendo semplice segnalare in maniera chiara che la riproduzione, diffusione e circolazione della propria opera è esplicitamente permessa, nei termini previsti dalla licenza stessa. La semplicità è data dalla presenza dei “deed” (un esempio), “riassunti” comprensibili a tutti dei termini della licenza; la sicurezza è data dal codice legale (esempio) della licenza, adattato a seconda delle leggi nazionali. La filosofia che sta dietro alle CCPL è quella di “alcuni diritti riservati“, in luogo di “tutti i diritti riservati” tipica del copyright. Il titolare dei diritti d’autore dà quindi in licenza alcuni dei suoi diritti, mantenendone altri, a chiunque accetti i termini della licenza.

Tra i diritti che possono essere concessi vi sono quello di diffusione dell’opera, (usi commerciali permessi o vietati, a scelta) e quello di modifica dell’opera stessa, cosa che può favorirne l’arricchimento e la crescita. Fermo restando che, qualunque utilizzo dell’opera si faccia, è sempre necessario citare l’autore originale per garantire il diritto di attribuzione.

Da oggi, come specifacato nelle loro pagine (in fondo), alcuni dei miei racconti sono rilasciati sotto una CCPL, quella più restrittiva, che ne permette solo la libera diffusione per usi non commerciali, (Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate).

Per informazioni più dettagliate sull’utilità e sull’utilizzo delle CCPL, vi rimando al sito ufficiale Creative Commons Italia, in particolare leggete questa, questa e questa pagina, o visionate il simpatico video di presentazione dell’iniziativa. Qui invece il pensiero di www.beppegrillo.it, blog del noto comico, dal quale è tratta l’immagine sopra.

kill the “key” key Maggio 15, 2007

Posted by andrea in commenti, diario.
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Kill the Key Key

(uccidete il tasto “k”)

perso nella rete, ho trovato questo banner contro le abbreviazioni “kappesche”.

In effetti, non sono mai riuscito a convertirmi all’utilizzo del grafema “k” in luogo del gruppo “ch“, sebbene comprenda appieno che, sopratutto negli sms, così si risparmiano costosissimi caratteri. Per esigenza di spazio ho visto scrivere cose al limite dell’assurdo, tra le quali lo scrivereUNAparolaINminuscoloEDunALTRAinMAIUSCOLO per risparmiare sugli spazi, cosa che rende però la frase praticamente illeggibile. Se unite a questo anche l’utilizzare “k” per “ch” e “x” per “per“, si diventa matti… (magari è solo questione di abitudine)

Dal canto mio, mi riesce già difficile rinunciare ad uno spazio dopo un simbolo di punteggiatura, anche se è una cosa che faccio malvolentieri per esigenze di “compressione”. Mi concedo solo qualche abbreviazione (del tipo “cmq” in luogo di “comunque“), ma sto eliminando progressivamente anche queste.

Da buon purista della lingua, soffro sempre di pesanti sensi di colpa ogni volta che mi trovo costretto ad utilizzare abbreviazioni, kappe e quant’altro…

ps. In rete simili iniziative contro la “k” proliferano, tra le quali cito quella recente dal Blog di Alessio, e il Blog a Improbabilità Infinita, al quale ho rubato il banner riportato in apertura.

il grillo canta, ma quanto conta? novembre 11, 2006

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Riporto questa iniziativa dal blog di Beppe Grillo

“RESET. Se non faccio un RESET al giorno non mi diverto più.
Oggi è il turno dei nostri dipendenti. Quelli che stanno accampati nei corridoi di Camera e Senato e negli studi televisivi. Fanno una vita miserabile e lo fanno per noi. Fanno un po’ di gossip, votano in aula, qualche dichiarazione. Sono alla deriva. Per evitare una controderiva populista voglio fare una proposta da vero demagogo. Insomma derivare in modo demagogico e populista da uomo qualunque. Una cosa per persone semplici, non da raffinati cultori della supremazia della Politica. Qualcosa di cui hanno bisogno le democrazie in fase terminale. Una proposta di legge popolare con raccolta di firme per ridurre a due il numero di legislature per i parlamentari. Effetto retroattivo. Due e basta. Poi si torna a lavorare.
Prestati alla politica si diceva una volta. Un cittadino lasciava temporaneamente la sua professione. Per servire il Paese. La politica è diventata una professione permanente dai contorni indistinti. L’Italia è, populisticamente parlando, nella m..da.
Ma chi ci ha portato? E perchè consentirgli di fare ancora danni? Presto pubblicherò l’elenco dei parlamentari con più di due legislature perchè lo possiate divulgare in tutta la Rete. Sono i nomi dei responsabili dello sfascio, quelli che hanno guidato il Paese. O la colpa sarà sempre della recessione, del boom, del caldo d’estate e del conflitto di interessi d’inverno? I parlamentari festeggiano pure gli anniversari, i decennali, i trentennali di permanenza. Ma cos’è? Una gara di resistenza del seggio elettorale? Se non ci sono giovani in politica è perchè i posti sono occupati da generazioni. Rinnoviamo il Parlamento. Non graviamo di ulteriori responsabilità questi parlamentari di lungo corso.
Uno, Due, RESET. “

Che dire? Un’altra idea interessante dal Grillo, ma rimarrà solo provocazione o diventerà proposta concreta? Vedremo col tempo…

Dal canto mio un limite di mandato a due sole legislature non credo sia attuabile. Si favorirebbe si il ricambio, ma non il passaggio di competenze ed esperienza che i “vecchi” possono dare. Piuttosto va rivista la legge elettorale. Nelle attuali condizioni, il cittadino non può non votare qualcuno che sia, nel suo partito, in “alto” in lista. Se si pensa che è ora di mandare a casa qualcuno, mi piacerebbe pensare che basti non votarlo. Ma forse è questa la vera illusione…

…in libano agosto 18, 2006

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Tra qualche tempo (forse già da lunedi), verranno schierate le prime forze militari multinazionali al confine libanese con Israele, sotto l’egida dell’ONU. Avranno il difficile compito di mantenere la pace, in una regione tra le più “calde” dell’ultimo secolo. Un compito difficile, poichè l’equilibrio trovato finora tra le forze in campo è molto precario: una tregua, la cui durata è quantomai incerta. Le democrazie occidentali si basano sul concetto che lo Stato ha il “monopolio della forza”, ovvero è l’unico soggetto che può esercitarla. In Libano la situazione è profondamente diversa. Hezbollah è una specie di partito armato, fuori dal controllo dello stato. Per una pace duratura, bisognerebbe disarmare questa fazione, capace da sola di scatenare nuovamente la guerra. Dall’altro lato, Israele ha dimostrato di poter reagire energicamente, se colpita. Disposto a una invasione via terra pur di neutralizzare il suo nemico, che non è il Libano, ma i soli terroristi.
La situazione è semplicemente molto brutta.
Auguriamoci tutti che la pace regga.
E ringraziamo quelli che per la pace si battono.